#AESASpazio – Starship: ambizione che diventa (quasi) realtà

Ambizione: volontà di ottenere qualcosa che si desidera ardentemente. L’ambizione è quel sentimento che ha portato l’essere umano a intraprendere viaggi, fare scoperte, creare cose viste solamente nei libri di fantascienza. Si potrebbe dire che l’ambizione porti alla nascita dell’impensabile, qualcosa in cui nessuno avrebbe mai investito nemmeno un centesimo. Nel corso della storia ci sono state numerose invenzioni rivoluzionarie, ma attualmente in campo aerospaziale domina su tutti un progetto, tanto grande che al suo annuncio ha scosso l’intera community interessata: stiamo parlando di Starship, navicella dell’agenzia SpaceX.

La presentazione
Era il 28 settembre 2019 quando Elon Musk, CEO di SpaceX, ha presentato al Mondo il primo prototipo. L’obiettivo? Sviluppare un veicolo da lancio completamente riutilizzabile in grado di riportare l’uomo sulla Luna e, in un futuro, riuscire a “conquistare” il suolo di Marte. Un proposito molto ambizioso, in quanto l’imprenditore aveva sin da subito affermato che la navicella sarebbe stata in grado di raggiungere l’orbita lunare con passeggeri a bordo nel 2023.

Il progetto
SpaceX si è resa nota a livello mondiale per la sua politica di riutilizzo: dopo tanto sviluppo (e anche molti tentativi fallimentari) l’azienda è stata la prima nella storia a progettare un razzo riutilizzabile in grado di atterrare autonomamente su apposite piattaforme, chiamato Falcon 9. La filosofia non è cambiata nel progetto Starship, in quanto l’obiettivo di SpaceX è quello di creare una navicella che potesse essere riutilizzata numerose volte mediante riparazioni e rigenerazione della navicella stessa. Lo stesso vale per il suo booster, ovvero il propulsore utilizzato nelle prime fasi del lancio, chiamato Super Heavy: alto circa 50 metri e con un diametro di 9 metri, questo presenta ben 33 motori Raptor, di cui 13 sterzanti, in grado di generare più di 72 mila tonnellate di spinta a piena potenza. Esso è dotato di 4 alette a griglia posizionate attorno alla sua estremità superiore utilizzate per direzionare il booster in fase di atterraggio.

Starship giace nella parte superiore del Super Heavy. Equipaggiata con 6 motori Raptor 2,  è alta 50 metri con un volume di carico utile di circa 1000 metri cubi e sarebbe in grado di portare in orbita un carico di circa 100 tonnellate, valori senza precedenti nella storia dell’esplorazione spaziale.

Per riuscire a permettere il corretto riutilizzo dei due stadi, SpaceX vorrebbe realizzare apposite strutture in grado di accogliere sia Starship che il booster una volta avvicinatisi al suolo: questa operazione permetterebbe di evitare l’installazione di gambe di atterraggio richiudibili poiché la soluzione ideata consisterebbe in una sorta di gigante morsa, la quale “prenderebbe al volo” i due stadi.

Una grande innovazione è stata fatta anche da un punto di vista del propellente: anziché utilizzare il classico cherosene miscelato con ossigeno, l’intera struttura utilizza metano (anche questo miscelato) in quanto risulta essere più efficiente, ma non finisce qui: per sopperire alle mancanze di propellente in vista di viaggi spaziali in direzione di Marte, SpaceX sta progettando versioni alternative della navicella volte a supportare la logistica di un possibile rifornimento in orbita.

Lo sviluppo e i test
Il primo prototipo di Starship, denominato Starship Mk1, ha avuto vita breve. A causa di un malfunzionamento nel processo di pressurizzazione si è deciso di passare direttamente alla versione Starship Mk3, rinominata SN1 poiché migliorata radicalmente sotto numerosi punti di vista. Dopo numerosi test ed esplosioni (in pieno stile SpaceX) e un rapido susseguirsi di versioni aggiornate, il 9 dicembre 2020 il prototipo SN8 è stato il primo in grado di effettuare un volo sub-orbitale (raggiungendo una quota poco superiore ai 12 chilometri) ed effettuare la manovra di atterraggio. Quest’ultima, a differenza dello Space Shuttle, non avviene come quella di un aeroplano: la discesa viene effettuata mediante una planata “di pancia”, con la zona provvista di scudo termico rivolta verso il basso, in seguito alla quale la navicella ruota per atterrare verticalmente, come siamo ormai abituati a vedere coi razzi Falcon 9 dell’azienda di Elon Musk. Purtroppo il volo non è andato a buon fine in quanto, una volta raggiunto il suolo, la navicella è esplosa.

Dopo ulteriori sviluppi, il momento del decollo dell’intera struttura è arrivato: il 20 aprile 2023 Starship si è alzata in volo spinta dal propulsore Super Heavy, ovviamente senza equipaggio visto che si trattava di un volo di test. Sin da subito si sono presentati i primi problemi poiché non tutti i 33 motori presenti sul booster si sono accesi correttamente. Poco dopo il decollo, la navicella si sarebbe dovuta separare dallo stadio inferiore, ma ciò non è accaduto causando un “rapido disassemblaggio non programmato”. Tuttavia, SpaceX ha definito comunque il test un successo.

Un secondo test è stato svolto il 18 novembre 2023 con l’obiettivo di portare in orbita la navicella e farle compiere il giro del pianeta per poi inabissarsi nell’Oceano Pacifico  (nella zona delle Hawaii), mentre il booster, una volta separatosi, si sarebbe dovuto tuffare nelle acque del Golfo del Messico, potendo così recuperare entrambi gli stadi.

Il test non è nuovamente andato come previsto. Dopo essersi separato dallo stadio superiore, il Super Heavy è esploso nella discesa. Nel mentre, Starship ha proseguito il volo, ma raggiunti circa 150 chilometri di altezza, le comunicazioni con la navicella si sono interrotte, facendo sì che si attivasse il sistema automatico di  terminazione del volo, il quale ha generato un’esplosione, ponendo fine al test sopra al Golfo del Messico.

Conclusioni
A oggi, SpaceX ha annunciato che la NASA ha scelto Starship per le future spedizioni lunari e l’imprenditore giapponese Yusaku Maezawa ha scelto coloro che, insieme a lui, prenderanno parte alla missione Dear Moon, il cui obiettivo sarebbe quello di portare i primi astronauti non professionisti in orbita lunare.

In conclusione, il progetto che all’inizio sembrava solo l’ambizione di un imprenditore sta prendendo forma. In pochi anni (e molti prototipi andati distrutti) Starship ha quasi raggiunto l’orbita terreste e ha attirato l’attenzione della NASA e dei media mondiali, tutto frutto di uno sviluppo inarrestabile ed investimenti economici enormi: siamo di fronte a un progetto totalmente innovativo, molto chiacchierato e pronto a prendere le redini dell’esplorazione spaziale.

Ancora una volta, nella storia umana, l’ambizione è pronta a sconvolgere il Mondo intero.

Curiosità: sapevate che Elon Musk ha chiesto ai suoi ingegneri di rendere Starship “più appuntita” a causa del film Il dittatore?

A CURA DI
Alessandro Donina


Fonti