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#AesaSPAZIO: 3I/ATLAS: semplice cometa o viaggiatore interstellare?

3I/ATLAS: semplice cometa o viaggiatore interstellare? Negli ultimi giorni potrebbe esservi capitato di sentire parlare di speculazioni varie riguardo navicelle extra-terrestri dai comportamenti anomali o addirittura di invasioni, notizie che sono state alimentate da “ufologi” e appassionati.

In realtà ciò è già stato smentito e il comportamento dell’oggetto in questione (per quanto inusuale) è stato confermato come naturale, ma cerchiamo di fare chiarezza partendo dall’inizio:


Il 1° luglio 2025 è stata scoperta la cometa 3I/ATLAS, mentre stava viaggiando a 4,5 UA (unità astronomiche, le quali corrispondono a 670 milioni di km) dal Sole. Avvistata per la prima volta dal Cile a Río Hurtado dall'Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS), è di fatto il terzo oggetto interstellare dal 2017 il cui transito nel Sistema Solare è stato confermato; i precedenti sono stati 2I/Borisov e 1I/'Oumuamua.


Ma perché gli scienziati hanno deciso di darle proprio questo nome? La risposta sta proprio nel paragrafo precedente, ma approfondiamo: in passato si attribuiva il nome dell’oggetto scoperto agli scienziati responsabili della scoperta, ma al giorno d’oggi si segue una nomenclatura sviluppata dall’Unione Astronomica Internazionale, la quale prevede come prima lettera “I” in quanto l’oggetto in questione è “interstellare”, “3” per indicare che è il terzo della sua specie ed infine “ATLAS” per riferirsi al programma che opera il telescopio del primo avvistamento.


Come già accennato 3I/ATLAS è una cometa, ma questo non è stato chiaro sin da subito: le osservazioni iniziali ponevano infatti il dubbio sulla sua natura di asteroide o cometa.

Le differenze tra i due tipi di corpi celesti risiedono innanzitutto nella loro zona d’origine, la quale va a determinare la composizione chimica predominante: mentre gli asteroidi sono corpi rocciosi principalmente composti da metalli (ferro, nickel e silicati), i quali non manifestano particolari reazioni visive, le comete sono per lo più formate da polveri e ghiaccio, il quale avvicinandosi al Sole sublima. Questa reazione avviene per l’aumento di calore, dando vita ad una nuvola gassosa detta chioma e alla caratteristica coda che tutti siamo abituati ad immaginare in una cometa.

Per quanto riguarda le diverse zone di origine all’interno del Sistema Solare, gli asteroidi si formano tipicamente tra Marte e Giove (nella fascia degli asteroidi appunto), mentre le comete provengono solitamente da molto più lontano, ossia dalla Fascia di Kuiper (30-50 UA) o dalla Nube di Oort (2.000-100.000 UA).


Le zone precedentemente elencate fanno tutte parte del Sistema Solare in quanto risentono dei campi gravitazionali della nostra stella, facendo sì che i corpi celesti presenti orbitino con periodi più o meno lunghi attorno ad essa. Tali orbite sono dette “ellittiche chiuse”, mentre quelle degli oggetti interstellari sono di forma iperbolica; ciò significa che queste attraverseranno il nostro Sistema Solare una sola volta ed inoltre che la loro spinta viene da un’altra stella (o corpo celeste molto pesante) al di fuori del nostro.


Inoltre, studiandone la particolare traiettoria, 3I/ATLAS sembra provenire dal centro galattico della Via Lattea, regione appiattita (definita Disco Galattico) e ricca di stelle, gas e polveri: gli astronomi sospettano inoltre che potrebbe essere la cometa più antica mai osservata, arrivando ad avere circa 7,5 miliardi di anni o più; il nostro Sistema Solare ha 4,6 miliardi di anni, e facendo quindi un rapido confronto è possibile rendersi conto dell’incredibile rilevanza di questa scoperta!


Il 3 ottobre 2025 la cometa è passata molto vicina a Marte (solo 30 milioni di chilometri!), questo ha permesso ai due orbiter dell’ESA di osservarla; essendo però questi ultimi dei dispositivi progettati per ben altro, la risoluzione degli scatti non è stata particolarmente soddisfacente. In basso possiamo notare una GIF registrata dal TGO di ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea che mostra il nucleo roccioso-ghiacciato e la chioma tutta attorno.



Per quanto riguarda le future osservazioni da parte dell’ESA si dovrà aspettare febbraio 2026, quando sarà possibile ricevere le immagini fornite da Juice (orbiter attorno a Giove), subito dopo il passaggio più vicino al Sole della cometa, la quale si troverà quindi in uno stato di maggiore attività.


Considerati questi passaggi “ravvicinati” con alcuni dei pianeti del nostro Sistema Solare potrebbero sorgere spontanei dei dubbi in merito a un potenziale pericolo per la Terra.

La risposta a questi dubbi è NO, quindi è possibile stare tranquilli. Di fatto la Cometa passerà talmente distante dalla Terra che, dato anche l’avvistamento troppo recente, non sarà possibile nemmeno andarla a visitare con una sonda.


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Già in passato l’ESA è riuscita a portare a compimento qualcosa di simile, ossia la missione Rosetta, un progetto che, a detta degli stessi ingegneri che ci hanno lavorato, sembrava inizialmente pura fantascienza: è stata portata una sonda attorno ad una cometa, includendo un atterraggio controllato su di essa, il tutto durante la sua orbita.

Quel primo passo, tanto ambizioso quanto storico, getta oggi le basi per “Comet Interceptor”: una nuova missione spaziale che punta a visitare una cometa ancora da definire che, auspicabilmente, potrebbe essere un altro oggetto interstellare.


Mentre pianeti, lune e forme di vita all’interno del nostro Sistema Solare condividono un’origine comune, questi oggetti interstellari sono dei completi stranieri, affascinanti nell’essere misteriosi e con una storia che non siamo ancora in grado di studiare, ma possiamo solo immaginare.



A CURA DI

Fabrizio David Previti

Fonti:


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