#ThrowbackThursday – Sukhoi Su-47 ‘Berkut’

photo929683879704504344 Nonostante gli innumerevoli pregi gli aerei militari ad ala a freccia negativa non hanno mai trovato spazio all’interno delle forze armate di tutto il mondo. Perché? Quali sono i difetti insormontabili che non hanno mai portato alla produzione in serie di questo tipo di aerei? Il dimostratore tecnologico Su-47 ci può dare una risposta. Infatti lo sviluppo di questo aeromobile spinse gli ingegneri russi (e non solo) ad abbandonare definitivamente questo tipo di filosofia progettuale nonostante gli ottimi risultati iniziali.

Il progetto del Su-47 nasce nei primi anni novanta dalla volontà dell’aviazione militare russa di sviluppare nuove tecnologie che confluiranno nello sviluppo di un caccia di quinta generazione. Lo scopo principale del Berkut è quella di testare i nuovissimi materiali compositi, la tecnologia fly-by-wire, quella stealth e ovviamente la configurazione a freccia negativa dell’ala. La particolare configurazione dell’ala consente una elevatissima manovrabilità sia a basse velocità sia in volo supersonico grazie ai grandi angoli di incidenza in cui può operare l’aeromobile. Negli aerei convenzionali gli alettoni posizionati nelle estremità dell’ala con l’aumentare dell’angolo d’incidenza sono investiti da vortici con intensità sempre maggiore che ne riducono l’efficienza. Nel caso di ala a freccia negativa è la parte interna dell’ala ad entrare per prima in stallo, quindi gli alettoni sono interessati in maniera minore da questo fenomeno, per questa ragione adottando questa particolare configurazione è possibile eseguire manovre con angoli d’attacco molto alti. Inoltre si ha una riduzione del momento picchiante dell’ala aumentando ulteriormente la manovrabilità. Dall’altro canto questa grande manovrabilità è seguita da una elevata instabilità del velivolo. Per un pilota di un Sukhoi Su-47 è indispensabile il supporto costante di un computer che attraverso 40 correzioni al secondo riesce a mantenere stabile il velivolo. Strutturalmente questo tipo di ala dotava l’aereo di una stiva di carico per gli armamenti molto più capiente rispetto ai caccia convenzionali, questo perché i longheroni dell’ala attraversano la fusoliera in prossimità dei propulsori lasciando così gran parte dell’aeromobile non interessato dalla loro presenza. Ma è proprio dal punto vista strutturale il Berkut presenta i più gravi difetti, l’alta manovrabilità non è solo causa di una forte instabilità ma anche di grandissime sollecitazioni dal punto di vista strutturale del velivolo. La struttura alare è sottoposta ad un momento torcente molto intenso che riduce la rigidezza della struttura e aumenta l’affaticamento dei materiali. Per questo motivo per realizzare il Su-47 sono stati utilizzati una grandissima quantità di materiali compositi (circa il 90% dell’ala è realizzata in composito) studiati appositamente per aumentare la resistenza strutturale di tutto il velivolo. Anche dal punto di vista aerodinamico presenta dei difetti non trascurabili, le convenzionali ali a freccia positiva ritardano l’insorgenza di fenomeni dovuti al superamento del numero di Mach ma in quelle a freccia negativa avviene il fenomeno opposto. Questo fenomeno causa una difficoltà nel far rientrare il velivolo nel cono di Mach ad elevate velocità portando quindi una limitazione della velocità massima ad 1.6 Mach.
In definitiva il Su-47 poteva facilmente essere più di un dimostratore tecnologico ma i numerosi pregi vennero compensati, se non addirittura offuscati, da altrettanti numerosi difetti. Nonostante le sue note dolenti il Berkut era un progetto molto avanzato e sarebbe potuto entrare in produzione senza problemi, ma i russi e anche gli statunitensi, che contemporaneamente svilupparono il gemello X-29, non vollero più investire su una tecnologia che non fu così rivoluzionaria da giustificare ulteriori spese di sviluppo. Con il Sukhoi 47 Berkut finì la breve era degli aerei ad ala a freccia negativa, ma forse, con l’avvento di nuove tecnologie, si potrebbe assistere ad una loro rinascita.

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