#AESASpazio – STARSHIP: il nuovo sorprendente traguardo di SpaceX

Lo scorso settembre SpaceX ha presentato il suo nuovo progetto: Starship, una navicella alta 118 metri e larga 9 in acciaio inossidabile. Il prototipo, identificato con la sigla SN1, è caratterizzato da due stadi: il booster “Super Heavy”, con una capacità di 3300 tonnellate di propellente, e il secondo stadio “Starship”, totalmente riutilizzabile e capace di accogliere un centinaio di persone a bordo.
Il progetto nasce per realizzare viaggi interplanetari di lunga durata dalla Terra verso la Luna e verso Marte. Secondo Elon Musk entro il 2050 verranno costruite circa 100 Starship all’anno e con essa fino a un milione di persone raggiungeranno il pianeta rosso. L’aspetto più importante del progetto è infatti la capacità di riutilizzo della navicella, con vita utile stimata attorno ai 20-30 anni.
Un altro vantaggio lodato dall’esuberante imprenditore è il basso costo dell’operazione. Il costo operativo del lancio di Starship si aggira intorno a 2 milioni di dollari, circa l’1-2% rispetto a un lancio NASA di uguale portata.
La prospettiva più stimolante è però la versatilità del veicolo. La navicella potrebbe essere utilizzata non solo per viaggi interplanetari, ma anche per il trasporto umano da un punto all’altro della Terra, consentendo voli intercontinentali in pochi minuti anziché in ore!
Inizialmente Musk prevedeva un primo volo di prova senza equipaggio nel 2022 su Marte, per poi raggiungerlo con uomini a bordo nel 2024. Ricordate Yusaku Maezawa, il miliardario giapponese che ha acquistato il biglietto per il primo volo spaziale turistico della storia? È proprio con Starship che dovrebbe raggiungere la sua meta, la Luna, nel 2023!
Chissà se però queste scadenze verranno rispettate. Il 2 marzo 2020 il prototipo SN1 è stato protagonista di un’esplosione durante un test presso la struttura di sviluppo a Boca Chica, in Texas. Il test riguardava la fase di pressurizzazione con azoto liquido, durante la quale il serbatoio della navicella si è prima accartocciato, per poi schizzare in aria. Il fallimento della prova è stato dovuto a un cedimento strutturale del serbatoio. I problemi emersi nella parte inferiore del modello verranno risolti in un secondo prototipo, denominato SN2, che SpaceX non tarderà a presentarci. L’episodio non dovrebbe causare ritardi nella tabella di marcia dell’agenzia spaziale: non è una rarità che accadano degli intoppi durante il processo di sviluppo e progettazione.
Che l’obiettivo a lungo termine di SpaceX sia quello di trasformare Marte in una colonia fissa è ormai evidente. Ogni nuovo progetto sembra superare ogni fantasia, eppure è più che reale. In particolare, sembra che l’architettura del sistema Starship-Super Heavy si avvicini molto a quella dello strumento ideale che, nel giro di qualche anno, renderà la specie umana interplanetaria.