Fino ad ora ci siamo sempre soffermati su ciò che più attira la nostra attenzione quando si parla di ingegneria aerospaziale: le missioni, i velivoli utilizzati e ormai consolidati o anche quelli futuri in prossimità di funzionamento. Ma cosa rende un lancio spaziale possibile? Cosa gli permette di farlo avvenire in sicurezza sia per il materiale a bordo o l’equipaggio, come per chi si trova in prossimità della base? Un’ottima piattaforma di lancio! Per questo oggi parleremo del Launch Complex 39 (LC-39) del John F. Kennedy Space Center, dove abbiamo assistito ad alcuni dei lanci più importanti nella storia dell’esplorazione spaziale.
Il complesso di lancio 39 della NASA è situato su Merritt Island, sulla costa orientale della Florida. All’interno vi sono diverse strutture: tre piattaforme di lancio 39A, 39B, 39C; il Mobile Launcher Platform (MLP); il Vehicle Assembly Building cioè l’edificio in cui vengono assemblati i lanciatori; il centro di controllo per i lanci e l’Orbiter Processing Facility ovvero un complesso di hangar (OPF-1; OPF-2; OPF-3) dove, al rientro da una missione, l’orbiter dello Shuttle veniva accuratamente ispezionato; in seguito alla conclusione del programma Shuttle sono stati poi utilizzati da varie compagnie come la Boeing per testare velivoli speciali come l’X-37B (un velivolo senza pilota).
Inizialmente la costruzione del sito era stata interamente dedicata al Programma Apollo e successivamente è stata poi modificata per il programma Space Shuttle. Il Launch Complex 39 è stato progettato per gestire lanci come quello del Saturn V, come sappiamo uno dei razzi più maestosi mai costruiti; il progetto iniziale prevedeva la costruzione di quattro piattaforme, infine ne vennero costruite tre fisse, prima citate, ed una mobile MLP con un crawler-transporter per spostare i velivoli dal Vehicle Assembly Building alle piattaforme di lancio. L’ultimo pad ad essere stato costruito fu il 39C, molto più piccolo degli altri due ed utilizzato esclusivamente per il lancio di vettori orbitali leggeri. Con il terminare dei vari programmi per i quali erano principalmente state create, non tutte le piattaforme di lancio continuarono ad essere operative e molte non potevano essere utilizzate proprio perché specifiche per i velivoli trattati in passato; fino al 2019 l’unica piattaforma di lancio operativa era la 39A, nonché la più antica, il cui primo lancio avvenne nel 1967 con il Saturn V senza equipaggio; ad oggi è stata modificata dalla agenzia spaziale Space X per i lanci del Falcon Heavy. La 39B ha subìto più modifiche con il passare degli anni, nel 2007 è stata riprogettata per ospitare i lanciatori del programma Constellation (programma poi cancellato dalla NASA) e poi nuovamente modificata per il sistema di lancio pesante Space Launch System (SLS) la quale partenza è stata pianificata per il 2020.
Tra le strutture prima citate è bene soffermarsi sulla piattaforma mobile di lancio costruita dalla NASA (MLP), è una struttura a due piani di forma rettangolare che è stata creata inizialmente per il trasporto del Saturn V, infatti sopra vi si trovava anche una torre con dei bracci che venivano retratti al momento del lancio, ciò che assicurava il mantenimento del velivolo sulla piattaforma erano i punti di fissaggio che, ad esempio, nel caso dello Shuttle erano otto che venivano rimossi poco prima della partenza. Ogni piattaforma mobile pesa 4190 tonnellate, con una lunghezza di 49 metri e un’altezza di 7,6 metri. La forma caratteristica dei complessi di lancio è ottagonale. In questi troviamo un lungo e profondo canale ovvero la zona di fossa della fiamma, in cui, proprio sotto il piedistallo, si trova il deflettore di fiamma metallico che ha il compito di indirizzare la fiamma una volta colpito verso l’oceano attraverso questo vero e proprio sentiero. Le pareti sono la trincea e lo scarico del razzo passa attraverso questa apertura. Il motivo per cui tale procedimento è essenziale è intuibile, infatti, le temperature toccate durante il lancio sono elevatissime fino a 2.200 gradi Fahrenheit. Inoltre, in ogni launchpad sono presenti tre torri con delle lunghe aste al di sopra, questi sono torri antifulmine dato che la zona della Florida è una zona molto attiva sotto questo punto di vista quindi si aveva la necessità di poter mettere in sicurezza tutti i velivoli pronti al lancio, sono alte circa 180 metri e supportano un sistema catenario di fili che permette la protezione in tutta la superficie del pad. Un altro elemento fondamentale che troviamo è una torre d’acqua di 400.000 galloni che viene espulsa interamente in soli 25 secondi, questa ha un doppio scopo: raffreddare l’intera struttura e sopprimere le onde sonore generate dai motori che a causa della potenza potrebbero rimbalzare nell’acciaio del Mobile Launcher (che viene utilizzato per trasportare il velivolo sul pad) e riflettere sul veicolo di lancio danneggiandolo; quindi, l’acqua aiuta a smorzarlo. Per ultima vi è ovviamente la struttura che porta gli astronauti all’interno del velivolo, lasciato l’Astro Van, salgono su ascensori che li porterà al Launcher e poi un ulteriore ascensore che li farà arrivare in cima al braccio di accesso dell’equipaggio per entrare nella capsula di Orione. Ed eccoci arrivati ai posti di comando, attraverso dei retroscena che possono sembrare superficiali eppure determinano quasi interamente la riuscita o meno del lancio, non ci resta che partire: LIFT OFF!