#AESASpazio: Accessibilità del Volo Spaziale Umano: Un Nuovo Capitolo per l’Esplorazione dello Spazio

Foto dalla sala conferenze dell’Internation Astronautical Congress di Milano 2024

Durante la conferenza “Accessibility of Human Spaceflight” tenutasi all’International Astronautical Congress (IAC) 2024 a Milano, un panel di esperti composto da Ersilia Vaudo (Chief Diversity Officer dell’ESA), John McFall (primo astronauta con disabilità selezionato dall’ESA), Paul Bate (CEO dell’Agenzia Spaziale del Regno Unito), Joel Montalbano (Manager del Programma Stazione Spaziale Internazionale alla NASA) e Daniel Neuenschwander (Direttore del trasporto spaziale dell’ESA), ha affrontato uno dei temi più rivoluzionari e inclusivi nell’ambito dell’esplorazione spaziale: l’invio del primo uomo con disabilità nello spazio.

Il panel ha evidenziato l’importanza di rendere il volo spaziale umano accessibile a tutti, superando le barriere fisiche e culturali che storicamente hanno limitato la partecipazione a un gruppo ristretto di persone. Questo evento segna l’inizio di un percorso che mira a rendere lo spazio un ambiente aperto a una rappresentazione più ampia e diversificata dell’umanità.

John McFall sullo “Zero-G” Airbus A300

Il Significato di John McFall nello Spazio
L’intervento di John McFall, un paratleta britannico e primo candidato astronauta con disabilità dell’ESA, è stato uno dei momenti più ispiranti della conferenza. McFall ha raccontato come la sua selezione abbia rappresentato non solo una vittoria personale, ma un passo cruciale verso l’inclusività nelle missioni spaziali. Dopo aver perso una gamba in un incidente motociclistico, McFall è diventato un atleta paralimpico di successo, ma mai avrebbe immaginato di diventare un astronauta.
L’ESA, con il programma “Parastronaut Feasibility Project”, ha selezionato McFall per esplorare come le persone con disabilità possano essere integrate nel volo spaziale, riconoscendo che l’adattamento delle diverse abilità all’ambiente spaziale è un obiettivo strategico per il futuro. Questa decisione riflette l’impegno dell’ESA nel ridefinire i criteri di selezione per gli astronauti e nel promuovere un accesso equo allo spazio.

Sfide Tecniche e Adattamenti per il Futuro
Paul Bate ha discusso alcune delle sfide tecniche che le agenzie spaziali dovranno affrontare per rendere le missioni spaziali accessibili. Gli adattamenti necessari riguardano principalmente la progettazione dei veicoli spaziali e delle tute, che dovranno essere modificati per supportare astronauti con disabilità motorie o sensoriali. Le stazioni spaziali del futuro dovranno prevedere ambienti modulari e configurabili, che permettano di lavorare in microgravità senza che la disabilità diventi un ostacolo. Tuttavia, Bate ha sottolineato che tali sfide, sebbene complesse, non sono insormontabili e rappresentano un’opportunità per ripensare il design spaziale in un’ottica inclusiva.

Joel Montalbano della NASA ha ricordato come le esperienze maturate sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) offrano un’opportunità unica per sperimentare nuove soluzioni. Ha citato, per esempio, l’uso di tecnologie assistive avanzate e di software di intelligenza artificiale che potrebbero supportare astronauti con diverse esigenze. La ISS, con la sua capacità di ospitare missioni a lungo termine, è il luogo ideale per testare queste innovazioni e comprendere appieno le necessità fisiche e psicologiche di astronauti con disabilità.

Obiettivi Futuri e Considerazioni Etiche
Daniel Neuenschwander ha delineato gli obiettivi a lungo termine per il volo spaziale umano inclusivo, immaginando un futuro in cui la diversità degli astronauti rifletta maggiormente la popolazione globale. L’obiettivo finale è creare un programma spaziale in cui le barriere fisiche e sociali vengano eliminate, permettendo a chiunque di partecipare all’esplorazione spaziale.

Neuenschwander ha anche sollevato importanti questioni etiche riguardanti la partecipazione delle persone con disabilità a missioni spaziali più rischiose, come quelle verso la Luna o Marte. Ha sottolineato l’importanza di bilanciare il desiderio di inclusione con la necessità di garantire la sicurezza degli equipaggi e il successo delle missioni. Le agenzie spaziali, ha detto, devono adottare un approccio trasparente e collaborativo con la comunità internazionale, includendo il dialogo con esperti in etica, ingegneria e medicina per valutare come affrontare al meglio questi problemi.

Conclusione
La conferenza “Accessibility of Human Spaceflight” ha aperto la strada a un nuovo paradigma nell’esplorazione spaziale. Inviare un astronauta con disabilità nello spazio non è solo un traguardo tecnico, ma un atto simbolico che riflette il valore dell’inclusione. Grazie agli sforzi di pionieri come John McFall e alle visioni di leader spaziali come Ersilia Vaudo, Paul Bate, Joel Montalbano e Daniel Neuenschwander, lo spazio si sta lentamente trasformando in un luogo dove l’umanità può esprimere la sua diversità. Le sfide tecniche sono grandi, ma la determinazione a superarle è ancora più forte, e il futuro dell’esplorazione spaziale è destinato a essere più inclusivo, innovativo e rappresentativo di tutta l’umanità.

 

A CURA DI

Mattia Mosso


FONTI FOTO:
1) Foto scattata personalmente. Foto dalla sala conferenze dell’Internation Astronautical Congress di Milano 2024.
2) John McFall sullo Zero-G: European Space Agency (ESA). (2024). Retrieved from https://blogs.esa.int/exploration/fly-expanding-space-opportunities