#AESASpazio – 20 anni nello spazio!

Sapevate che tutti coloro che al momento hanno 20 anni o meno non hanno mai vissuto un giorno della loro vita senza esseri umani nello Spazio? Può sembrare difficile da credere ma è cosi: da ben due decenni infatti la Stazione Spaziale Internazionale è ininterrottamente abitata. Sono 241 gli astronauti, provenienti da 19 Paesi diversi, che fino ad oggi hanno avuto il privilegio di poter chiamare casa quell’immenso laboratorio in microgravità che viaggia a 400 km sulla superficie terrestre, a 27.6 km/h, e che hanno condotto al suo interno più di 3000 ricerche scientifiche ed esperimenti a beneficio di tutta l’umanità. Ma la storia che ha portato alla sua realizzazione parte da alcuni anni prima.

Una prima idea di ISS come la conosciamo oggi fu concepita negli anni ‘80 negli Stati Uniti come risposta al programma sovietico Salyut che già all’inizio degli anni ‘70 aveva lanciato i primi moduli spaziali abitabili da umani. Su di essi si è basata poi la costruzione della Mir che, operativa dal 1986, fu la prima stazione modulare della storia progettata per la permanenza umana nello Spazio. Si trattava dell’unico avamposto all’epoca in grado di svolgere tale scopo.

Gli USA nel frattempo erano stati impegnati nel progetto Skylab, prima stazione spaziale americana, figlia dell’Apollo Applications Program, che aveva come obiettivo quello di sfruttare tutte le apparecchiature sviluppate per il programma Apollo che non furono utilizzate a causa della cancellazione delle ultime missioni. Tra il 1973 e 1974 vide quindi susseguirsi tre equipaggi composti da tre astronauti ciascuno, per poi continuare ad orbitare fino al 1979, quando percipitò infine nell’atmosfera.

Per non perdere dunque il primato nella corsa allo Spazio contro l’Unione Sovietica che ha caratterizzato quegli anni di Guerra Fredda, il Presidente americano Regan nel 1984 chiese alla NASA di costruire una nuova stazione spaziale di stampo americano, la Freedom. Le difficoltà che si trovarono ad affrontare furono però numerose; prime tra tutte il disastro del Challenger dell’86 che rappresentò una forte battuta di arresto per l’intero programma, e altre questioni politiche che si tradussero infine nella mancata realizzazione del progetto.

Tra i due litiganti, anche l’Europa avviò un proprio piano che prevedeva di utilizzare un mini Shuttle (l’Hermes) per servire una piccola stazione spaziale che doveva essere lanciata nel 1998, da cui fu poi sviluppato il modulo Columbus dell’attuale ISS.

Il punto di svolta fu la fine dell’URSS, e con essa della Guerra Fredda, nel 1991. USA, Russia e Europa riuscirono a trovare un accordo che prevedeva di trasformare ciò che restava del progetto Freedom, di quello europeo e della Mir, in una grande collaborazione internazionale, che vedrà poi coinvolte anche l’agenzia giapponese e canadese.

Nasce dunque la Stazione Spaziale Internazionale, con il lancio del primo modulo Zarya nel 1998, raggiunto due settimane dopo dal modulo Unity della NASA.
Per due anni la stazione rimase inabitata e nel luglio del 2000 fu lanciato il terzo modulo, Zvezda, nato dalla versione modificata di un blocco di base per la Mir, che fu ufficialmente dismessa quell’anno e fatta rientrare in atmosfera l’anno successivo.

Il 31 ottobre del 2000 partì dal Baikonur Cosmodrome in Kazakistan il primo equipaggio, l’Expedition 1, a bordo della navicella Soyuz TM-31, composto dagli astronauti russi Yuri Gidzenko e Sergei Krikalev, e William Shepherd della NASA, primo comandante della ISS. Con nessuno ad aspettarli a bordo, il 2 Novembre raggiunsero la stazione inaugurando un’era di cooperazione pacifica nello Spazio e aprendo la strada ai centinaia di visitatori e residenti che da tutto il mondo li hanno succeduti.

Ci sono voluti 11 anni per completare la ISS e portarla alla configurazione che siamo ormai abituati ad osservare: i singoli elementi che la compongono sono stati costruiti indipendentemente gli uni dagli altri dalle varie agenzie in tutto il mondo, assemblati per la prima volta direttamente nello Spazio, e sono stati poi oggetto di manutenzione e miglioramenti tramite EVA degli astronauti. Con un volume abitabile di 425 m^2, lunga 72.8 m, larga 108.5 m e alta 20 m, al momento conta 15 moduli e il lancio di un sedicesimo, Nauka, è previsto per il prossimo anno.

Oggi, dopo 20 anni e 64 spedizioni, la ISS è diventata un laboratorio unico, sede di esperimenti e test di ogni genere, in campo della chimica, fisica, biologia, psicologia, e altri campi della scienza che non possono essere replicati da nessun’altra parte del mondo, poichè svolti in condizioni di microgravità. I risultati di tali esperimenti, fin troppi da elencare, hanno contribuito ad approfondire la conoscenza dello Spazio e della Terra, hanno consentito di migliorare la nostra comprensione della vita e di fare grandi passi avanti nella tecnologia per l’esplorazione della Luna, di Marte e non solo. Sebbene la sua fine sia prevista per il 2028, la ISS continuerà ancora per molti anni ad essere la dimostrazione dei grandi traguardi che siamo in grado di raggiungere unendo le forze a livello internazionale.